06
maggio
2025
Ci sono progetti aziendali che nascono da un piano strategico ben definito e altri che prendono vita in modo più spontaneo, per poi evolversi in qualcosa di più grande di quanto inizialmente immaginato.
Così è stato per Vino d’Artista, l’iniziativa lanciata nel 2007 da Pronema.
“L’iniziativa è nata come un’idea per omaggiare i nostri clienti”, racconta Barbara Martinotti, co-fondatrice dell’azienda. “Pensavamo di chiudere il progetto in dieci anni: dieci vini, dieci opere. E invece, nel 2017, quando ci siamo fermati, sono stati i clienti stessi a chiederci di riprendere. Per loro era diventata una tradizione.”
In cosa consiste Vino d’Artista? “Ogni anno, Pronema seleziona un vino dell’Alto Piemonte e lo abbina a un artista emergente”. Le bottiglie, prodotte in edizione limitata, diventano oggetti unici, grazie a etichette d’autore che riproducono opere realizzate appositamente per l’occasione.
“Nel tempo la collezione si è fatta corposa”, racconta Barbara. “Camminando tra gli uffici della sede Pronema è bello ritrovare le varie opere, fermarsi a osservarle con un cliente e scoprirle come argomento di conversazione.”
Le bottiglie stesse hanno uno spazio dedicato nello showroom dell’azienda, tra i prodotti esposti per i clienti. “Alcune delle più vecchie sono state difficili da ritrovare, ma ogni bottiglia ha una sua storia.”
Per Pronema, Vino d’Artista non è un’operazione che riflette una visione più ampia della semplice operazione di marketing: quella dell’impresa come attore culturale e sociale.
“Non si tratta solo di abbinare un vino a un artista”, spiega Barbara. “C’è l’idea di dare visibilità a due mondi – quello del vino e dell’arte – in apparenza sono lontani, ma che condividono mestiere e passione. E poi c’è il ruolo dell’impresa nel tessuto sociale: motore non solo economico, ma anche di cultura, pensiero e tradizione.”
Fin dall’inizio, la scelta degli artisti è stata indirizzata verso talenti emergenti, per una precisa volontà di dare spazio a voci autentiche, originale, ancora distanti dai tradizionali circuiti.
“Tutto è iniziato da un’amicizia, quella con Giovanni ‘Fresh’ Magnoli, un artista del panorama street art, noto allora per una simbologia iconica: le sue grandi margherite disegnate a spray, che ha riprodotto anche sulla prima delle nostre etichette”, racconta Barbara. “Da allora, ogni anno, chiediamo a lui di suggerirci un artista che ritiene idoneo per il nostro progetto. Un modo per dare continuità al percorso riallineandoci ogni volta all’imprinting iniziale.”
Nel tempo, il progetto ha accolto linguaggi artistici differenti, passando dalla street art ad altre forme espressive, tecniche come lo spray e la pittura ad olio, approcci quali l’illustrazione e la rielaborazione materica. Ogni anno un’opera nuova, fino a dare forma ad una raccolta rappresentativa di una variegata cultura visiva.
“Oggi Vino d’Artista è testimone di molteplici stili: a volte minimale e simbolico, altre più figurativo. Non imponiamo un tema, lasciamo completa libertà espressiva. C’è chi cerca un legame con il contenuto della bottiglia, chi usa la tela per esprimere un’emozione o un messaggio che appartiene al proprio mondo, chi punta a un equilibrio estetico con le forme del contenitore in vetro.”
Una scelta che ha dato vita a interpretazioni inaspettate e cariche di significato.
“All’inizio cercavamo nelle opere un nesso con l’azienda o con il vino. Poi abbiamo capito che non era il modo giusto per attingere dal talento degli artisti. Così abbiamo preferito dare piena libertà d’espressione, con la sola regola della tela formato 80x80 cm”, spiega Barbara.
Tra le opere più emblematiche, Barbara cita quella del 2020, realizzata da Cler cSK: “Rappresentava una barca collocata in un bosco, un’immagine insolita e malinconica. In quell’anno, segnato dalla pandemia e dal nostro trasferimento nella nuova sede di Agrate Conturbia, quell’opera ha assunto un valore particolare per noi. Senza saperlo, l’artista aveva dipinto il nostro stato d’animo, la sensazione di precarietà che tutti abbiamo vissuto.”
Ogni anno il produttore e l’artista vengono scelti con un processo che unisce ricerca e istinto.
Se per gli artisti si innesca un passaparola naturale, un meccanismo simbolico espressione di un tessuto sociale, per i produttori la selezione è più personale. “Nasce dalla mia passione per il vino e dal contatto costante con i produttori nell’associazione Onav, associazione dedicata alla promozione della cultura enologica. È una ricerca che va oltre il gusto: si fonda sul dialogo, sulla volontà di far scoprire produzioni di valore, eccellenze nascoste del territorio.”
E proprio la scoperta di piccoli produttori locali è uno degli aspetti che rendono unico il progetto.
Ogni vino è una storia a sé, tutti accomunati dall’essere voci di un territorio costellato da tante piccole cantine poco note”, racconta Barbara. “Ed è proprio questo l’aspetto più entusiasmante di Vino d’Artista: scoprire piccole eccellenze prima che il mondo si accorga di loro. Così è stato per il Boca annata 2015 di Poderi Garona, che, dopo la nostra selezione, ha inanellato premi e riconoscimenti internazionali: argento al Decanter World Wine Awards e all’Europe Wine and Spirits Trophy, 90 punti su Wine Enthusiast, fino all’impressionante punteggio di 98,2/100 nella degustazione di Vino da Bere. La guida Wine Plus ha poi consacrato l’azienda tra le migliori d’Italia. Un successo inaspettato per una così piccola realtà”.
Vino d’Artista valorizza l’Alto Piemonte anche per la sua ricchezza culturale e paesaggistica.
“Vino d’Artista è un’occasione per dare luce ad un territorio di vini e non solo: soprattuto di storie, di persone e tradizioni che tali da renderlo unico.”
L’iniziativa è diventata talmente parte del DNA di Pronema che un cliente, quando nel 2017 l’azienda pensò di interromperla, arrivò a dire: “Smetterò di comprare da voi se non la riprendete.”
E il futuro?
“I miei fratelli, Gianmarco e Cristian, lo ripetono spesso: prima o poi faremo una mostra con tutte le opere della collezione. Sarà divertente trovare il vino giusto per l’occasione.”
Forse il destino di Vino d’Artista è proprio questo: svelarsi nel tempo, farsi attendere, essere riscoperto con occhi nuovi. Un vino si affina negli anni, un’opera acquista significati diversi a seconda di chi la osserva. Ogni edizione è un frammento di questo percorso, ogni bottiglia un punto d’incontro tra passato e futuro. E quando finalmente le opere saranno esposte tutte insieme, sarà come sfogliare un diario di emozioni e intuizioni: un archivio di bellezza che, sorso dopo sorso, continuerà a raccontare la propria storia.
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Fulvio Julita
Digital storytelling strategist con oltre trent’anni di esperienza nella comunicazione d’impresa. Blogger, formatore e autore di manualistica professionale. Per Hoepli ha pubblicato “Scrivere con l’AI” (2025) e “Raccontarsi online” (2021), testi rivolti ai professionisti del marketing digitale.
Digital storytelling strategist with over thirty years of experience in corporate communication. Blogger, teacher and author of professional handbooks. Published by Hoepli, his books "Writing with AI" (2025) and "Telling Your Story Online" (2021) are aimed at digital marketing professionals.
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